mercoledì 27 novembre 2013

NanaDiSeiAnni Vs. Zia MyP 1 - 0

Zia MyP: "Ma chi era quel cagnolino piccolo che avevi in braccio domenica che la mamma mi ha fatto vedere sul telefono?"

NanaDiSeiAnni: " Era un cagnolino piccolo che in realtà erano due e che erano dove abbiamo mangiato per la comunione del mio cuginetto a Brescia."

Zia MyP: "Che bello!"

NanaDiSeiAnni: "Sì, erano piccolissimi. E poi facevano anche sesso!!!!"

Zia MyP sbianca.

Zia MyP: "C...c....cosa??!!?"

NanaDiSeiAnni: "Sì, il maschietto si metteva sopra la femminuccia e faceva così (fa l'imitazione)!"

Zia MyP sviene.


Piccole Nane crescono .... SIGH!
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lunedì 25 novembre 2013

Fare la Spia

Qual è il limite che si deve raggiungere per avere il diritto di sottolineare l’inefficienza di una persona che lavora con te e che fa parte delle categorie protette?
Sono ormai otto anni che lavoriamo insieme. All’inizio era una collaborazione ottima, perché nonostante il suo udito si riusciva a lavorare come se fossimo una squadra.
Poi lei è peggiorata, molto peggiorata.
E’ una ragazza molto sfortunata che, oltre ad avere problemi fisici e psicologici, ha dei genitori dipendenti dal gioco e che le tolgono il respiro, le forze e la voglia di fare. Ho sempre cercato di capirla, di sostenerla e, nel mio piccolo, di darle una mano ascoltandola quando aveva bisogno di sfogarsi e chiudendo un occhio sulle sue inadempienze a lavoro.
All’inizio andava bene lo stesso, perché il lavoro riuscivo a gestirlo anche da sola. Ma da qualche anno a questa parte è subentrato un nuovo capo che, con mia grande soddisfazione, è contento di me e si fida. Questo però ha portato ad un aumento di lavoro non indifferente che rende l’aiuto della mia collega fondamentale.
Il problema è che è già da qualche anno che io non posso più contare su di lei perché fa un sacco di errori, è distratta, svogliata e indifferente al lavoro che c’è da fare.
Ripeto, ho cercato di capirla fin quanto ho potuto ma adesso mi sto rendendo conto che sono diventata più acida e più “incazzosa” nei suoi riguardi in quanto la mia giornata trascorre ripetendole mille volte le cose e facendole notare tutti gli sbagli e tutte le cose che ci sono da fare. Prima lo facevo senza neanche accorgermene mentre ora lo faccio consapevolmente e questo mi fa sentire in colpa.
Detto così viene fuori una me precisina e un po’ stronzetta ma io non mi ci sento. Mi sento in colpa perché è una situazione scomoda che non ho il coraggio di affrontare con il mio capo, dato che si tratta di una ragazza con un sacco di problemi. Ma quello che vorrei per lei è un posto in azienda dove la sua presenza non è strettamente necessaria in modo che non solo non si creino disagi lavorativi ma che diano a lei la tranquillità necessaria a stare meglio.
La domanda quindi è ... devo fare “la spia”? Devo parlare con il capo e spiegare la situazione scomoda in cui mi trovo?
Senza contare che io non sono assolutamente il capo della mia collega, quindi io non dovrei neanche supervisionare il suo lavoro e non ne sono affatto responsabile .... in teoria. In pratica lo danno tutti per scontato, ma questa cosa deve cambiare. O cambia la situazione oppure deve cambiare il mio stipendio, perché non voglio prendermi la responsabilità di attività che non faccio io senza il dovuto “riconoscimento”.
Eccheccazzo.
Lavoro in un’azienda dove se non hai una laurea vali meno di zero a livello contrattuale, però ti caricano di lavoro come se fossi Dio sceso in Terra. E io non ci sto più.
Non sono stupida. Lo so che devo ringraziare tutti i giorni per il privilegio di alzarmi la mattina e andare a lavorare, ma posso essere stanca? Sono depressa già per il fatto di odiare profondamente il mio lavoro. Posso sentirmi depressa anche perché mi sbatto per due persone senza che nessuno se ne accorga?
Che sia giusto o sia sbagliato, ho creato un blog per sfogarmi o no? E io mi sfogo.

Eccheccazzo.

martedì 19 novembre 2013

Reloaded

Dico sempre: "Tornassi indietro rifarei tutto."
A volte mi viene voglia di tornare indietro e scoprire se è veramente così.

lunedì 18 novembre 2013

Io contro il mondo

Quando mia nipote mi cerca in un abbraccio come se esistessi solo io, mi sento invincibile contro il mondo.
E' difficile descrivere la sensazione che provo e, sapete, non credo nemmeno di volerlo fare perché ...
Beh, perché quella sensazione è soltanto mia ed è anche questo che la rende così speciale per me.

Ogni tanto mi chiedo come facevo prima a trovare la forza, quando lei ancora non era parte della mia vita.
Tutto, adesso, con lei, sembra più facile.

venerdì 15 novembre 2013

Viaggio tra finzione e realtà.

Ho la passione per le serie tv. Le amo da sempre. Da trent'anni fa. E' come se fossi nata a Beverly Hills, passando da un incontro ravvicinato del terzo tipo (X-Files) e tornando tra gli umani facendo un giro a New York City (Friends, Sex&TheCity), a Capeside (Dawson's Creek), a Boston (Fringe). Ultimamente mi divido tra Lima (Glee) e Albuquerque (Breaking Bad). 
Sono talmente appassionata che mi guardo tutti i Pilots (prima puntata della prima serie di un telefilm, ndr) che trovo in giro e, se il Pilot mi piace, seguo tutta la serie altrimenti mollo il colpo.
Amo talmente tanto le serie tv che alla fine finisco per odiarle. Le odio perché mi corteggiano palesemente per un lungo periodo di tempo (quando funziona, una serie può durare dalle 8 alle 10 stagioni) e poi mi abbandonano di punto in bianco uscendo dalla mia vita nella quale hanno fatto parte per anni.
Quando "FRIENDS" ha chiuso dopo dieci stagioni mi sono sentita grande in un baleno. Quel giorno è stato come quando passi tutta la tua infanzia dormendo con il tuo orsacchiotto preferito e un giorno, all'improvviso, l'orsacchiotto sparisce perché la mamma ha deciso che sei troppo grande adesso per dormirci insieme. Ecco ... Rachel e Ross, Monica e Chandler, Joy e Phoebe sono stati i miei amici adolescenziali. Gli stessi che poi cresci e chi li rivede più? Però ti mancano, ti manca quel periodo fatto di abitudini e sicurezze che quando cresci non esiste più.
Quando è finito "FRINGE" ho pensato che niente di più bello si potesse più inventare a questo mondo ed ero distrutta al pensiero che nessun'altra serie avrebbe retto il confronto.
Poi è arrivato "BREAKING BAD" e sono tornata a respirare.
A volte amo tantissimo sbagliarmi! ;-)
Io le amo, le serie tv. Perché, anche se prima o poi finiscono, ti lasciano il tempo di abituarti all'idea. Fai in tempo ad appassionarti, ad amare i personaggi, i caratteri, i paesaggi, la trama. Una serie tv ti dà il tempo di amarla, di respirarla. E' talmente vera questa cosa che poi quando finisce ti senti perso per un attimo.
Un film, per quanto bello possa essere, mi lascia troppo presto ed è proprio per questo che non lo preferisco ai telefilm.
A volte ne vedo talmente tanti e tutti insieme che distinguo a malapena la finzione dalla realtà.
Qualche mese fa, in centro a Milano, avevano distrutto completamente la pavimentazione per simulare la fuoriuscita da sottoterra di un sottomarino. 
Sottomarino a Milano
Ovviamente era per una pubblicità.
Ma vi pare che io c'ho pensato?
No.
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di chiamare la squadra Fringe dell'FBI per capire da dove arrivasse e se era pericoloso per l'umanità.

Della serie, appunto, ho un problema.

mercoledì 13 novembre 2013

E' amore, lo sento!!

La mia fidanzata è tale da quattro anni e mezzo.
Mi dice: "Che palle!" ogni volta che glielo ricordo.

- E' amore, lo sento!! -

La mia fidanzata è una tipa totalmente negativa, asociale, pigra, egoista, solitaria, autodistruttiva e capace di cancellare ogni forma di felicità intorno a sé. 
E' una tipa parecchio intelligente, dotata di mal-sano cinismo, a rischio cinefilia, misteriosa, attraente a modo suo e capace di essere buffa e stronza con la stessa identica inconsapevolezza.
Insomma è l'opposto di me.
Io non sono intelligente, mi piace stare a contatto con la gente continuamente, vedo (quasi) sempre il bicchiere mezzo pieno e provo con tutte le mie forze a fare sempre la cosa giusta anche se non sempre mi riesce. Ho talmente tanta pazienza che potrei "sfamare" mezzo mondo e io non ne sentirei la differenza.
Sono scema, che non è essere buffi, perché scemi lo si è consapevolmente invece di essere buffi, di solito, non si sa di esserlo a meno che qualcuno non lo faccia notare.

La mia fidanzata ha un rapporto stranissimo e nordico con i suoi genitori (separati). Si sentono quando ne hanno voglia e questo non necessariamente vuol dire spesso. Non esistono Natali e Pasque in famiglia se non per dovere nei confronti della cultura italiana.
Io ho un rapporto terronissimo con i miei. E per miei non intendo soltanto i miei genitori ma tutto ciò che di vivente (e non) esiste nel mio albero genealogico. Odio il Natale, ma mi sento male se dovessi decidere di mancare alle riunioni che questa festa comporta. Io e miei genitori ci sentiamo praticamente tutti i giorni e vado a mangiare da loro spesso. Sento mia sorella quasi tutti i giorni e ho il bisogno fisico di vedere mia nipote frequentemente.

Insomma, io e la mia fidanzata siamo due gocce d'acqua!

Adesso dovrebbe partire quella frase banalissima per giustificare il tutto che fa più o meno così: "Ci compensiamo!"
Beh ... ci compensiamo un cazzo!
Sentiamo entrambe il peso delle differenze che ci separano, a volte è difficile, a volte troppo difficile, e di sicuro facile non lo è mai e mai lo sarà.
Forse è proprio per questo che andiamo avanti. Proprio perché non è mai facile e questo in qualche modo ci stimola.
O meglio, a me stimola a fare meglio mentre a lei stimola a dire: "Che palle!".

Però è amore, lo sento!! ;-)

martedì 12 novembre 2013

Sì, la mia casa è lì. Subito dopo il semaforo lampeggiante.

Insomma torno su BlogSpot perchè è l'unico che, da qualche anno, non mi fa sentire la mancanza di Virgilio negli anni d'oro in cui il Blog era appena nato e il nuovo Millennio appena sbocciato. Parliamo del 2003, un anno per me molto importante soprattutto a livello emotivo: è stato l'anno in cui sono entrata nel mondo delle donne reali (quelle vere!) dopo anni di lesbiche virtuali che averci a che fare faceva passare la voglia di spingersi oltre tanto sembravano pazze psicopatiche. E' stato l'anno della prima volta, o meglio, delle prime volte con una donna: il primo appuntamento, il primo bacio, il primo sesso. 
Insomma un anno da ricordare, come si suol dire.

A giugno 2013, invece, ho compiuto 10 anni di blog che, uniti ai 30 anni che ho compiuto a settembre, ai 26 anni che mi mancano per finire di pagare il mutuo e ai 3 anni in cui vivo finalmente da sola, beh .... vi stupite se vi dico che un po' vecchia mi ci sento?

Da quattro anni a questa parte la MIA casa è proprio lì, subito dopo il semaforo lampeggiante di un paesino dimenticato da Dio ma a cui sono affezionata, così tanto affezionata che ogni giorno sento sotto la pelle il desiderio di andarmene. Tutto ciò che mi tiene qui è un mutuo supermegagigantesco di una casa supermegapiccolissima da pagare e un lavoro che oggi come oggi mi invidiano tutti, ma che a me deprime tutti i giorni tanto non mi piace.
Ottimi motivi eh?

In realtà sono trattenuta dall'idea di licenziarmi, vendere casa e andare in un altro Paese solo per ASIA.

No, Asia non è la donna della mia vita, come tutti forse starete immaginando. Non è neanche il nome della mia macchina (lei si chiama Astrid). E non è nemmeno mia figlia, come sicuramente altri di voi staranno immaginando.
Asia è mia nipote. E' la mia luce ogni volta che è buio. E' il mio pane ogni volta che ho fame ed è i miei occhi ogni volta che cerco invano una direzione. E' tutto.
Evviva la banalità! Ma è una banalità sincera, giuro.

Ecco, per il momento questo è tutto.


Che dire: Benvenuti dentro me.

Anche il mio blog si trova lì, subito dopo il semaforo lampeggiante.

PS: Comunque sì, ce l'ho una fidanzata. CURIOSONI!!!