giovedì 30 gennaio 2014

My life isn't yours.

Ed io che pensavo che il mio Paesino fosse una specie di dormitorio di passaggio per chi ama Milano e Monza ma non sa decidere quale sia la più bella e allora decide di vivere nel mezzo.
Il mio è un Paesino sfigato dove non c'è mai nessuno, non succede mai niente e dove il posto più figo dove far serata è un locale in cui c'è selezione all'ingresso, ma che in realtà è più vissuto di giorno come "palestra" per fare Zumba.
Quindi davvero non credevo che questa "zolla di terra" da trentatremila abitanti potesse un giorno finire sui giornali.
Non credevo nemmeno che nel mio Paesino ci fossero persone squilibrate al punto da commettere un omicidio-suicidio uno di fila all'altro.
Queste cose, di solito, non succedono solo in televisione, realtà o finzione che sia? Le ho sempre viste lì dentro queste cose, io, in quella sottilissima scatola da 32 pollici che mi regala immagini a colori, ma solo se la tengo accesa. Se la spengo, tutto si ferma. Io, come direbbe Vasco, "dentro una stanza e tutto il mondo fuori", ritornando al mio innocente Paesino sfigato dove non succede mai niente e non c'è mai nessuno.
E invece NO.
Un mattina ti svegli e vengono a sussurrarti all'orecchio che la notte scorsa un marito di 45 anni decide che quel giorno era proprio un giorno no e ha pensato bene di tirare su il primo coltello che aveva davanti agli occhi e sgozzare sua moglie. Non abbastanza soddisfatto, dopo tale gesto, si è sentito così figo che ha pensato: "Perché cazzo non chiudere in bellezza?" e si ammazza pure lui.
Fossi stato in lui, avrei ripreso tutta la scena in modo da dare libero e appassionato sfogo alla stampa e ai curiosi per qualche settimana.

Scusate la freddezza del mio post riguardo a questo argomento ma io ne ho veramente pieni i coglioni di tutti questi elementi umani maschili che, per esaurimento, crisi economica, malattia mentale, gelosia, per dominazione o quant'altro, si credono in diritto di porre fine alla vita altrui, alla vita di donne principalmente.

E non sono la solita lesbica femminista, contro gli uomini per partito preso.
Se pensate ciò, allora non avete capito (o non avete voluto capire) le mie parole, quindi potete anche andare a leggere qualche altro blog.


U ain't gonna take my life - ICE CUBE

martedì 28 gennaio 2014

Chi gioca con me?

Per dieci minuti.
“Per dieci minuti al giorno fai qualcosa che non hai mai fatto prima!”
Questo è quello che viene suggerito alla protagonista del libro che sto leggendo dalla sua psicologa.
Lei decide di mettersi d’impegno e ci prova:
  • ·         va a vedere la discussione di tesi di una sconosciuta
  • ·         si mette alla cassa di una libreria per vedere cosa comprano i lettori
  • ·         va su youporn
  • ·         si veste da Babbo Natale e va in giro per Roma.
  • ·         Prova a ballare l’hip hop con un corso su youtube

E’ semplicemente un gioco, ma non posso nascondere che la cosa mi intriga un po'.
Intendiamoci, la vita della protagonista è diversa dalla media di tutte le vite di tutte le persone della vita reale. Lei è una scrittrice, quindi una donna che gestisce il suo tempo a suo piacimento senza avere cartellini da timbrare, orari da rispettare e permessi da chiedere. Un essere umano tipico, già solo il vincolo di uscire presto la mattina per andare a lavorare e tornare tardi da lavoro per cinque giorni a settimana, parte già svantaggiato e demotivato.
Però nel weekend perché no? Voglio dire, si tratta solo di dieci minuti! Possono essere di più, l’importante è che non siano meno.
Cosa farei io se volessi dedicare dieci minuti di ogni mio giorno a fare qualcosa di mai fatto?
Ci dovrei pensare un bel po’ su e lo scopo del gioco è proprio questo. Il fatto che non sia così facile trovare qualcosa di nuovo ogni giorno ti permette di deconcentrarti su ciò che nella tua vita non funziona (nel caso della protagonista una storia finita, un lavoro perso, etc) portando la tua attenzione totale sul trovare cose nuove da fare.
Alla fine di questo gioco il risultato dovrebbe essere quello di aver trovato nuove cose che scopri ti piacciono e di cui non ne avevi idea prima, ma soprattutto che la tua vita dipende solo da te e te la puoi rimodellare a tuo piacimento senza il bisogno di nessuno e di nulla.
Un modo per capire che nella vita ci bastiamo, se vogliamo, a prescindere da chi/cosa ci sia nella nostra vita o SE ci sia un chi/cosa nella nostra vita.
Figo, no?


Dai, su. Chi gioca con me? :-D


venerdì 24 gennaio 2014

My Angels

Meritevole di tutte le nomination agli Oscar e dei milioni di Golden Globes vinti qualche settimana fa, esco con un sorrisone enorme che caratterizza il mio volto ogniqualvolta (si scrive tutto attaccato, vero?) vado a vedere un bel film. E' "American Hustel" lo è assolutamente. Il classico film che andrei a vedere ancora domani, se me lo chiedessero.
Una truffa nella truffa raccontata in maniera impeccabile anche se a tratti può risultare un pò difficile da seguire. Ma è una difficoltà che non pesa perché viene spesso smorzata da scene davvero spassose in cui scappa una risata (anzi, più d'una) che riporta velocemente l'attenzione e l'interesse in carreggiata.
Sono andata a vederlo con i miei amici di sempre. Sapete, quelli che praticamente tu hai visto crescere e loro hanno visto crescere te. E quindi ero doppiamente contenta perché è la classica situazione in cui penso che non c'è nessun'altro posto in cui voglio stare se non lì, con loro.
L'uscita dalla sala è stata un pò tragica quando mi sono ritrovata nelle mie braccia la testa di V. in lacrime, come se, soltanto dopo più di un anno dal fattaccio, si è resa conto solo ora che la sua storia di undici anni con l'uomo che ha sempre definito quello giusto è volatilizzata.
L'ho stretta forte e ho pensato di fare come nel film, smorzare i toni, e mi sono messa a dirle due cavolate ma senza lasciarla andare. La tenevo stretta, volevo che sentisse quell'odore di amicizia che ti spiega come andare avanti senza bisogno di dire niente.
Spero lo abbia sentito.
Andre ci raggiunge e ci indirizziamo verso la macchina. 
Io li amo. 
Non riuscirei mai ad immaginare la mia vita senza di loro. Come dicevo ad En Joy qualche giorno fa, loro sono parte di me. Parti del mio corpo che mi servono a respirare. Sono la pausa caffè di un lungo viaggio che è la vita.
Salutiamo Andre e noi donzelle condividiamo l'auto per tornare a casa. Faccio finta che quello che è successo prima non sia successo perché so che è quello che vuole.
"Ciao babbazza. Notte."
"Notte."
Appena V. chiude la porta, dalla radio partono note che mi fanno tornare quattordicenne in un attimo: "Angels" di Robbie Williams. Sono proprio i primi anni della nostra amicizia. Gli anni che respiri con inconsapevolezza e che a trent'anni ricordi teneramente.
Sorrido.
Mi piace quando mi capita così spesso nel corso di una giornata.
Alzo il volume, scelgo la strada senza semafori che va verso casa, e canto a squarciagola concludendo una serata che meglio di così non poteva finire.
Mi addormento appena appoggio la testa sul cuscino.
Serenità totale.

mercoledì 22 gennaio 2014

Nuove Direzioni

"Ma ogni uomo è se stesso solo nel momento in cui smette di ragionare.
Nessuno dovrebbe giudicarmi senza passare prima qualche minuto con me, in compagnia del mio stesso stupore."


Quando certe frasi mi entrano dentro, non riesco a tenerle per me. Come se volessi sussurrare a chiunque mi è vicino che, ciò che sta leggendo, anche se non è scritto di mio pugno, è la direzione giusta verso il mio vero io.



lunedì 20 gennaio 2014

Touched

Un rumore appena accennato che culla il mio sonno comincia a diventare più forte, a tratti fastidioso.
E' un picchiettare che inizialmente sento con il mio pigro udito ma che, nel risvegliarmi dal sonno, inizio a sentire anche fisicamente.
Tic, tic, tic ... sulle braccia nude.
Tic, tic, tic ... sulla fronte bagnata.
Lentamente mi risveglio dal torpore e mi accorgo che non è solo la mia fronte ad essere bagnata ma l’intero mio corpo.
Quando guardiamo verso l'alto mentre piove, la pioggia sembra invaderci totalmente. Come se, prima di partire da quella nuvola lassù, prendesse bene la mira per raggiungerci e toccarci con foga, avidità. Come se fosse lei ad avere bisogno di noi e non il contrario. 
Ormai sono cosciente, gli occhi sono aperti e il respiro è più veloce. Inizio a sentire freddo, tanti puntini rosa sulla mia pelle nuda e gelata.
Mi guardo intorno per cercare di capire dove mi trovo e mi vedo sdraiata con metà corpo sul marciapiede e l'altra metà sulla strada, sporca e in una posizione che mi mette i brividi. 
Ma che ci faccio qui?
Il colore che vedo in alcune parti del mio corpo è come un inquietante flashback.
Inizio a sentirmi bagnata, non dalla pioggia questa volta, ma dai singhiozzi che inizio ad emettere. E mentre asciugo le lacrime con le mani mi rendo conto che anche il mio viso è dello stesso colore.
Ricomincio a riappropriarmi dei miei ricordi recenti, come se mi fossi appena svegliata da un coma profondo come il mare.
Vedo sangue.
Anche la mia lingua sa di sangue.
Il dolore che provo quando tento di cambiare posizione è insopportabile. Mi rendo conto di non riuscire a tirare su la schiena dal marciapiede.
Ho mal d'anima al pensiero di guardarmi lì in mezzo. Fa male se tengo le gambe aperte, fa male se le tengo chiuse. Fa così male che è come se mi stessero bruciando viva. E’ come essere stata svuotata di un qualcosa che fino ad allora mi permetteva di stare al mondo.
La pioggia si unisce al mio sangue e se lo porta via scivolando veloce sul mio corpo come se volesse guarirmi e pulirmi lei stessa.
Mi chiedo se possa fare lo stesso con la mia anima ormai distrutta.
Mi guardo in giro stupidamente come se il passo successivo a quel momento fosse scritto su qualche insegna dei negozi in zona.
Barcollo mentre tento di alzarmi. Il male che sento è indomabile e, appoggiandomi alla macchina accanto a me, mi risiedo sul marciapiede come un pugile messo K.O. sul ring.
Non riesco a smettere di lacrimare anche se mi rendo conto di piangere per il dolore fisico e non per ciò che è accaduto.
Come se avessi sempre saputo che, prima o poi, sarebbe successo.
Come se, tutte le sere in cui son tornata a casa la sera tardi camminando svelta verso la porta di casa, avessi sempre saputo che una sera, quella porta, non l’avrei raggiunta.
Sono una donna consapevole. Consapevole che succede. Succede sempre. Succede a tutte.
Ogni giorno e ogni notte una vita di donna viene privata della sua dignità nutrita dal tempo, della sua anima vigorosa e del senso di emancipazione anelato dalle sue ave.
Oggi, stanotte, è toccato a me. 

E domani, per tutto il resto del mondo, è un altro giorno come tanti altri.

giovedì 16 gennaio 2014

Ciuppa Girl

Sto pensando di iscrivermi ad un gruppo di lettura che parte questo mese nella biblioteca del comune del mio paese.
E' una roba da vecchi secondo voi?
Comunque, anche se fosse, mi son stufata di passare i giorni della mia vita a fare sempre le stesse cose. Sono due mesi che dico che voglio andare ad informarmi per la piscina, ma ci sono andata? No. E adesso ho il terrore che anche questo interesse per il gruppo di lettura finirà in un bel ciuppa.
Faccio fatica ad essere di polso sulle cose che mi riguardano.
Per assurdo ho un caratteraccio che non mi permette di stare mai zitta se ho qualcosa da dire per, a e sugli altri ... la dico senza pensarci due volte. Ma quando si tratta di me, mi prometto un sacco di cose, mi dico che devo imparare a fare questo piuttosto che quell'altro e alla fine, ancora, ciuppa.
La cosa che mi fa arrabbiare è che posso capire se "rimando rimando rimando per una vita e alla fine ciuppa" nelle cose noiose, tipo:
- trapanare il muro per appendere la bacheca che ho fatto di New York
- mettere i gommini sotto le sedie della cucina
- pulire il frigo
- trasferire i soldi in un conto deposito
Cioè, che noia no? E' normale che mi passa la voglia e alla fine non faccio un tubazzo.
Ma cazzo, perchè non riesco a mantenere l'entusiasmo su cose per le quali, vi giuro, ho davvero entusiasmo?
Dico sempre che amo la piscina, amo nuotare perchè mi rilassa, mi piace sentire i miei muscoli che si rilassano dopo il nuoto però la sera arrivo a casa e sguinzaglio il mio corpo per farlo planare libero sul divano. 
Che nervoso!
Che tristezza!
Ho trent'anni suonati, cazzo! Non ho nessuna voglia di sentirmi vecchia a trent'anni.
Eppure ... come dicevo, non sono molto donna di polso con me stessa. E vecchia, sinceramente, mi ci sento quando penso a queste cose.
Cosa posso fare?
Che posso fare per aiutarmi a decidermi di vivere una vita piena?
Voglio una vita piena, dannatamente piena!
Accetto il mio lavoro di merda con più facilità se avessi una vita piena, ne sono sicura.
Non voglio diventare una persona ricca di interessi ma che non ne "consuma" nemmeno uno.
Rischio di diventare una "SerialMinder" sociopatica, nerd e selettiva con cui nessuno vuole avere più niente a che fare.

Dai, adesso sto ironizzando da negativa cronica che tra l'altro non sono.
Ma se non la posso fare qui, dove sennò?
Potrei farci un serie tv: donna trentenne che litiga con se stessa per cercare di avere una vita piena.
Mmmm, mi ricorda Bridget Jones. Meglio di no.
Oddio, sto già diventando una serialminder?
Uff.
Damn me! 
.

martedì 14 gennaio 2014

Due maschiacci "proprio bellini insieme"

Il mio amico Andrea è fantastico. Lo adoro.
E' l'uomo con cui ho sempre un gran piacere a passarci del tempo. Sono felice per lui quando è felice e mi dispiaccio per lui quando non lo è.
E' buono come il pane. E ha l'aria da stronzo.
Gli dico sempre: "Tu sei l'uomo perfetto per una donna. Affascinante e misterioso, ma anche un uomo da sposare!", ed è vero.
Ogni tanto si scherza su questa cosa tra noi amici e ci diciamo che se io non fossi quella che sono probabilmente staremmo insieme, magari pure sposati. Ma sapete qual è la verità che credo conosca bene anche lui? Che non sarebbe possibile nemmeno se questo fosse possibile. :-)
Me ne sono resa conto anche ieri, durante la nostra serata cinema, in cui era più che palese che lui ed io siamo molto molto molto simili.
Due maschiacci, ecco.
Se lui va a genio a me è perché con lui posso permettermi di tirare fuori il peggio di me senza essere giudicata (tipo parlare in modo scurrile o di sesso in modo poco ortodosso oppure ruttare senza che Che Palle! mi squadri con rabbia!). 
E di conseguenza se io vado a genio a lui è perché sono femmina, sì. Però sono una femmina alternativa. Sono l'amica con cui può parlare in modo scurrile, può parlare di sesso in modo poco ortodosso e può ruttare senza che lei lo squadri con rabbia. Oltre a questo, sono anche l'amica femmina a cui piacciono le cose da maschietto e che quindi diventa l'amica che chiama se il genere maschile intorno a lui è assente.
Tipo ieri:

Lui: "Dai Myp, mi porti a vedere Capitan Harlock? Dai dai dai, ti pregoooooo!"
Io: "Ok."

Sono l'amica che gli chiede se ha scopato con qualcuna di recente come se stessimo parlando di cosa abbiamo mangiato ieri a pranzo.
Sono l'amica che se a lui prudono i suddetti, si gratta sapendo che a me non me ne frega niente.
Ieri ho pubblicato una foto di noi che mangiamo giappo sotto la quale commentavo il fatto che il nostro è un rapporto di compromessi in cui se lui decide il film, io decido dove mangiare mentre aspettiamo l'inizio del film. 
Il commento di mia sorella è stato: "Certo che siete proprio bellini insieme.".
Vero.
Ma secondo voi potremmo mai stare insieme? La risposta è no.
Dai, su. Chi mai la vorrebbe una fidanzata che rutta o che non ti dice niente se ti gratti le palle davanti a lei o che non ti supplica di portarla a vedere una commedia romantica a teatro o a fare shopping in Corso Buenos Aires di sabato pomeriggio o che non ti sceglie i vestiti da mettere per il matrimonio dell'amico in comune?
Oddio, forse qualcuno c'è ma di certo non Andre.
Io e Andre ci vogliamo tanto bene proprio perché siamo amici. Ed è così che noi siamo "proprio bellini insieme", da amici.
E poi Andre ama le donne per quelle che sono: belle, femminili, diverse da lui e un po' rompicoglioni.
Senza contare quel piccolissimo dettaglio di poca rilevanza che mi sembra inutile aggiungere: le amo anche io, quelle donne lì.
;-)

lunedì 13 gennaio 2014

Best Drama TV 2013 - Golden Globe

Prima di dire qualsiasi altra cosa in questo primo lunedì dell'anno non di festa, vorrei fare un applauso scrosciante da stadio a "Breaking bad" che stanotte ha vinto il Golden Globe come migliore serie drammatica del 2013.
E da quanto ho amato questa serie, ho la sensazione di avere vinto un po' anche io quel premio.
Walter White rimarrà sempre nella storia, il cuoco di Meth più famoso al mondo, protagonista di una delle serie tv più belle create nella storia delle serie tv.

Di seguito alcune delle scene più emozionanti della serie:

Top Ten Moments - Breaking Bad

"Salud!"


giovedì 9 gennaio 2014

Mister Letterman Humor

Ho sempre amato il "David Letterman Show" per il semplice motivo che le interviste che David fa non sono mai banali. Sono divertenti, originali e curiose. E poi il più delle volte intervista personaggi di serie tv.
E io amo le serie tv! :-)
Quindi da quando lo trasmettono in chiaro su RAI5 la sera tardi io, se posso, non me lo perdo mai.
Però c'è qualcosa che mi "turba" in quel programma. Ci sono delle volte che la gente del pubblico ride come una pazza alle battute di David, mentre al di là dello schermo, dove ci sono io spaparanzata sul divano, tutto tace.
Che cazzo si ridono?

Riescono a ridere per ore con battute sul bacon. Are you kidding me???

http://www.youtube.com/watch?v=hIzLfkIxMVM (il blog mi dice che non trova il link del video, ma c'è. Guardatelo!)

Ridono di una simulazione di Seagal in un pubblicità assurda per diventare sindaco. Ma son nomali?

L'umorismo americano, e in particolare quello di Mister Letterman, per me è incomprensibile. E' totalmente diverso dal nostro e sono sicura che un pubblico americano sarebbe muto di fronte ad una puntata di Zelig.

Ma le interviste sono davvero esilaranti. Si scoprono mille retroscena sia dei film\serie tv che degli stessi ospiti che li girano. Fantastico!
Mi sono mangiata le mani quando, due anni fa a New York City, passando per gli studi dello show, ci hanno chiesto di partecipare come pubblico. Ma i giorni erano pochi e le cose da vedere troppe, quindi ho dovuto rinunciare. Sigh.

29/04/2012 NYC


Detto questo, non potete perdervi l'intervista ad uno degli attori più incredibili e talentuosi del mondo dello spettacolo: Bryan Cranston, ossia Dr. Walter White di Breaking Bad.


mercoledì 8 gennaio 2014

Reazioni inaspettate

A volte ti succede che inciampi su una persona che non vedi da una vita e ti rendi perfettamente conto che la fine del vostro rapporto di "amicizia" lo avete vissuto in due modi totalmente diversi.
Non intendo il post-rottura eh? Intendo proprio il modo e il momento in cui è finito.

Ma andiamo con ordine.

Causa lavori alla mensa, ieri sono stata costretta a scegliere tra due opzioni:

  • andare nella mensa minuscola in cui avrei trovato l'intero centro direzionale e quindi passando l'ora di pausa in un concentrato di urla, chiacchericci e coda per mangiare;
  • andare dal cinesino e mangiare tranquilla.

Da persona intelligente quale sono (???) avevo scelto la mensa, ma come sono entrata ... sono uscita e mi sono fiondata al ristorante cinese.
Mi sono seduta, ho ordinato, ho cominciato a mangiare ma niente ... io proprio non l'ho vista. Ad un certo punto vedo una mano muoversi a modo di saluto e istintivamente mi giro ed eccola là: Tatiana.
Mi giro verso la mia collega al tavolo con me e dico: "Chiiiiiii è Tatianaaaaa?". Rido ed è la prima cosa che mi viene in mente il che, considerando quanto a volte so essere scema, non è un'uscita che non ci si aspetta da me. 
Tatiana è una persona che ha fatto parte del gruppetto di amici per un po' di tempo perché era la fidanzata di una mia amica completamente pazza che io ho allontanato dalla mia vita per varie e ottime ragioni. Di conseguenza ho allontanato anche lei. Non avevamo un vero rapporto, per me lei era semplicemente la fidanzata della pazza quindi per me è stata un'uscita di scena che mi ha lasciata totalmente indifferente.
E ora arriva la cosa che più mi ha sconvolto e che ho proprio voglia di raccontarvi: le nostre reazioni.completamente.diverse.
Io mi alzo, perché vedo che lei si alza altrimenti io avrei anche salutato con la manina ed ero tranquillamente in pace con me stessa. 
Lei quasi corre da me e mi abbraccia come se fossimo a "Carramba che sorpresa!".
Io non mi sento per niente a mio agio, quasi provata dal dover affrontare una conversazione che non ho nessuna voglia di affrontare.
Lei sembra entusiasta.
Io le chiedo se lavora ancora dove lavorava prima, come mai fosse da quelle parti, se vive ancora dove viveva prima senza VOLONTARIAMENTE tirare fuori nulla del passato, comprese le persone.
Lei risponde alle mie domande tutta contenta e VOLONTARIAMENTE tira fuori tutto il passato comprese le persone, chiedendo di loro.
Io cerco di troncare la conversazione prima di andare oltre e smorzo con un: "E' stato bello vederti. Stai bene!"
Cazzo, che ipocrita che sono!!!! Ma era una questione di - nonhonessunavogliadifarmicoinvolgeredaunpassatochenonvogliopiù - che ovviamente è stato distrutto con il suo: "Dammi il numero di telefono che così ci vediamo e organizziamo anche con le altre?"

What the f**k????

Sono rimasta così sorpresa che mi sono dimenticata il mio numero di telefono. E questa volta non stavo facendo la stronza, giuro! Proprio non riuscivo a ricordarmelo tanto non mi aspettavo questo suo atteggiamento.
Alla fine ci siamo scambiate i numeri, ci siamo salutate e siamo ritornate ai nostri rispettivi colleghi. Con due facce completamente diverse!

Possono due persone che hanno fondamentalmente vissuto le stesse cose per un certo periodo di tempo avere ricordi diversi di quel tempo e reagire in due modi così diversi?
La natura dei sentimenti umani è davvero strana.
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