martedì 14 aprile 2015

Persino il dolore più atroce si addomestica.

Sono tornata da Liverpool con la smania di imparare gli accordi di alcune canzoni dei Beatles e provare a suonarle alla tastiera.
Lì, a Liverpool intendo, mi sono comprata un loro cd nel Fab4Store ufficiale perché lo volevo e lo volevo prendere lì. Non volevo tornare a casa senza di loro.
Mi sono emozionata come una bambina entrando al The Cavern, luogo intimissimo dagli spazi limitati in cui i Beatles si esibivano ai loro esordi, quando ancora nessuno li conosceva se non la loro città madre.
Sono tornata depressa, solito umore dai vari miei rientri post-Inghilterra in cui mi chiedo con fare critico nei confronti di me stessa: "Perché cavolo non sto vivendo là?".
Poi quando torno e mi sento dire: "Riusciamo a stare un po' insieme solo il sabato, Zia.", mi rendo conto del perché non sto vivendo là.
Ieri sono andata ad ascoltare Carmen Consoli dal vivo, dopo quasi otto anni che non andavo. 
Dopo otto anni posso dire che il suo è uno dei concerti che, a livello di cardio-palpitazioni, mi emoziona di più. Ascoltandola live ritrovo i miei più segreti sentimenti, le mie più fragili e introspettive sensazioni che spesso è difficile tirar fuori. Pochi lo sanno fare, a volte non lo so fare nemmeno io.
Carmen ci riesce sempre.

E' pazzesco quanto io ami la musica e quanto la musica ami me.
E' una sintonia imperfettamente perfetta.


"Guarda l'alba che ci insegna a sorridere.
Quasi sembra che ci inviti a rinascere.
Tutto inizia,
invecchia,
cambia forma.
L'amore tutto si trasforma.
Persino il dolore più atroce si addomestica."

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