lunedì 31 marzo 2014

He's a King. It's a gift.

"Rise, e risi anch'io. E' considerato sconveniente ridere delle proprie battute (soprattutto quando sono poca cosa), ma certe persone sono così accattivanti che è un peccato lasciarle ridere da sole."

22/11/'63, Stephen King


Primo libro di King che prendo in mano. Qualcuno probabilmente mi vorrebbe picchiare per questo, ma è la verità. Non saprei nemmeno spiegare il perché. Forse perché credevo non fosse il mio genere e invece ... mi ha incredibilmente affascinato.
Sicuramente ciò che rende affascinante il libro è il tentativo surreale di evitare l'omicidio di JFK tornando indietro nel tempo e bloccando l'ipotetico colpevole. Ma quello che posso dire a lettura conclusa è che King è un maestro, sia nella trama quanto nella scrittura così morbida ma elegante, così violenta ma fluente.
E maestri ci si nasce. Nessuna scuola potrebbe darci quel dono che solo la fortuna, se decide di credere in noi, ci regala nascendo.





Di sicuro ci rileggiamo, Mister King.
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4 commenti:

  1. Io amo molto King, ma ho smesso di leggerlo dopo "insomnia" quel libro mi ha troppo deluso. Dici che questo pareggerà i conti?

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  2. ecco, questo proprio ancora non mi viene di affrontarlo! ;)

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