lunedì 25 novembre 2013

Fare la Spia

Qual è il limite che si deve raggiungere per avere il diritto di sottolineare l’inefficienza di una persona che lavora con te e che fa parte delle categorie protette?
Sono ormai otto anni che lavoriamo insieme. All’inizio era una collaborazione ottima, perché nonostante il suo udito si riusciva a lavorare come se fossimo una squadra.
Poi lei è peggiorata, molto peggiorata.
E’ una ragazza molto sfortunata che, oltre ad avere problemi fisici e psicologici, ha dei genitori dipendenti dal gioco e che le tolgono il respiro, le forze e la voglia di fare. Ho sempre cercato di capirla, di sostenerla e, nel mio piccolo, di darle una mano ascoltandola quando aveva bisogno di sfogarsi e chiudendo un occhio sulle sue inadempienze a lavoro.
All’inizio andava bene lo stesso, perché il lavoro riuscivo a gestirlo anche da sola. Ma da qualche anno a questa parte è subentrato un nuovo capo che, con mia grande soddisfazione, è contento di me e si fida. Questo però ha portato ad un aumento di lavoro non indifferente che rende l’aiuto della mia collega fondamentale.
Il problema è che è già da qualche anno che io non posso più contare su di lei perché fa un sacco di errori, è distratta, svogliata e indifferente al lavoro che c’è da fare.
Ripeto, ho cercato di capirla fin quanto ho potuto ma adesso mi sto rendendo conto che sono diventata più acida e più “incazzosa” nei suoi riguardi in quanto la mia giornata trascorre ripetendole mille volte le cose e facendole notare tutti gli sbagli e tutte le cose che ci sono da fare. Prima lo facevo senza neanche accorgermene mentre ora lo faccio consapevolmente e questo mi fa sentire in colpa.
Detto così viene fuori una me precisina e un po’ stronzetta ma io non mi ci sento. Mi sento in colpa perché è una situazione scomoda che non ho il coraggio di affrontare con il mio capo, dato che si tratta di una ragazza con un sacco di problemi. Ma quello che vorrei per lei è un posto in azienda dove la sua presenza non è strettamente necessaria in modo che non solo non si creino disagi lavorativi ma che diano a lei la tranquillità necessaria a stare meglio.
La domanda quindi è ... devo fare “la spia”? Devo parlare con il capo e spiegare la situazione scomoda in cui mi trovo?
Senza contare che io non sono assolutamente il capo della mia collega, quindi io non dovrei neanche supervisionare il suo lavoro e non ne sono affatto responsabile .... in teoria. In pratica lo danno tutti per scontato, ma questa cosa deve cambiare. O cambia la situazione oppure deve cambiare il mio stipendio, perché non voglio prendermi la responsabilità di attività che non faccio io senza il dovuto “riconoscimento”.
Eccheccazzo.
Lavoro in un’azienda dove se non hai una laurea vali meno di zero a livello contrattuale, però ti caricano di lavoro come se fossi Dio sceso in Terra. E io non ci sto più.
Non sono stupida. Lo so che devo ringraziare tutti i giorni per il privilegio di alzarmi la mattina e andare a lavorare, ma posso essere stanca? Sono depressa già per il fatto di odiare profondamente il mio lavoro. Posso sentirmi depressa anche perché mi sbatto per due persone senza che nessuno se ne accorga?
Che sia giusto o sia sbagliato, ho creato un blog per sfogarmi o no? E io mi sfogo.

Eccheccazzo.

5 commenti:

  1. hai perfettamente ragione, io stessa mi sono trovata in una condizione simile e forse anche peggiore visto che il collega era maschio...apriticielo...Nel mio caso per fortuna se ne sono accorti da soli ma non saprei proprio cosa dirti. Sarebbe corretto che tu "facessi la spia" ma immagino che poi verresti isolata dal resto del colleghi e l'ambiente diventerebbe insopportabile. Se non fai la spia dovrai però lavorare il doppio senza una gratificazione in più. Dovrebbero darle un posto diverso, come giustamente dici. Una situazione difficile, senza dubbio :-(

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  2. considero il blog .. terapeutico: ciò che non posso dire a voce alta, lo scrivo lì.
    certo, ci sono persone che leggendomi e conoscendomi (a volte) vorrebbero capire che mi passa.
    ma, lo sfogo è uno sfogo: un vomito, un rutto e stai meglio.
    si passano emozioni, stati d'animo.. belli e brutti. senza alcuna necessità di analisi :)
    quindi in questo mondo di blogger, sappiamo che domani non è oggi, cosa che nella vita capita eh ;)

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  3. I blog a questo servono a parlare e tirare fuori!!!! Perciò qua fallo e fallo e fallo

    Per il resto non conosco l'ambiente lavorativo in cui lavori, ma da come ne parli, non deve essere il massimo, ma questo non toglie che tu debba tutelarti. Credo di intuire che a parte i sensi di colpa (inutili) che ti fai dovresti cominciare ad attuare un "silente rifiuto" ad eseguire le incombenze della tua collega, avvisandola di volta in volta che non puoi aiutarla in QUEL MOMENTO. Solo che "quel momento" sarà ogni volta....

    e ti capisco, non sai come ti capisco, anni fa ho lavorato con "il peso" addosso...

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  4. È successo anche a me. Parlane prima con lei; se la cosa non cambia di una virgola, parla con il tuo capo. Non solo è una cosa profondamente ingiusta, ma quando la situazione cambierà da sola nessuno ti ringrazierà per otto anni d'inferno. Quindi dai un taglio adesso, per la tua salute ancor prima che per il tuo stipendio..

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  5. Situazione impossibile....
    Da datore di lavoro mi cogli impreparato perchè io ho creato un'isola felice dove siamo tutti "amici", sanno che su di me possono sempre contare e sanno che io pretendo il dialogo tra loro e tutti insieme senza problemi. Sanno che col dialogo i problemi si risolvono sempre. Ecco, forse metterei al primo posto un chiarimento con la collega.... vediamo che succede....
    Sennò urli e ti sfoghi... eccheccazzo!!! ;)
    Un abbraccio comprensivo.
    Imperf

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